La tecnica di Rosalba Carriera
Lo svolgimento del TEMA “ritratto”, in considerazione dell’ampiezza dei suoi argomenti: misurazioni della testa e anatomia dei muscoli mimici, viene rinviato a successiva trattazione. Tuttavia, un valido riferimento può trovarsi negli argomenti in precedenza svolti: 1. selezione, 2. composizione, 3. strutturazione, 4. valori tonali.
Tecnica pastello
Diversamente dalla pittura a olio, in cui il pigmento (terra colorata) è amalgamato con l’olio di lino (medium), nella pittura a pastello la terra colorata – impastata con acqua e gomma arabica e poi fatta asciugare – viene usata a secco.
Prima di assumere le caratteristiche forme di bastoncini e/o cilindretti, il pastello si presenta come un impasto umido e morbido, e, una volta asciutto, è pronto per il suo impiego. A seconda del grado di impasto il pastello si differenzia in: morbido, semiduro e duro.
Il pastello morbido si presta maggiormente per le parti sfumate dell’opera pittorica, (solitamente il ritratto), mentre quelli semiduro e duro vanno bene per le zone dal segno veloce.
Nel considerare la tecnica del pastello bisogna valutare quattro elementi fondamentali: le superfici sulle quali dipingere; i pastelli; gli sfumini; il fissativo.
Superfici. È preferibile usare carta di grosso spessore con intonazione grigia o giallo ocra scuro, o azzurro sbiadito. La superficie non deve essere liscia, ma moderatamente rugosa.
Pastelli. È meglio avere a disposizione più tinte possibili al fine di evitare sulla carta mescolanze e sfregamenti eccessivi; ciò influirebbe negativamente sulla freschezza dell’opera.
Sfumini. Se tra gli sfumini si possono annoverare i pennelli piatti da pittura a olio, o i classici sfumini per la matita, le superfici migliori per sfumare il pastello restano le dita della mano. Si avrà l’accortezza di munirsi di uno straccio umido per detergere, di tanto in tanto, i polpastrelli della mano.
Fissativo. È un liquido composto da resine sintetiche e liquidi volatili. In commercio si trova in bombola aerosol ed è prodotto da varie aziende come Maimeri, Lefranc, Lukas e altre.
È possibile preparare il fissativo anche da se, ma in tal caso per polverizzare il liquido occorre spruzzarlo con delle cannucce a fiato. Questa operazione non da buoni risultati, pertanto è da preferire la composizione commerciale in aerosol. Tuttavia, una ricetta semplice di fissativo preparato in casa è costituita da latte allungato con un po’ d’acqua e alcool.
Nel fissare il pastello è bene tenere la bombola aerosol a una distanza di 40 cm. circa, spruzzare NON direttamente sul foglio, ma vicino a esso, creando una nuvola di aerosol nella quale passare il pastello. Tale procedura richiede almeno quattro passaggi, aspettando qualche minuto tra l’uno e l’altro.
Fasi del lavoro
Fase 1: si comincia con l’eseguire un disegno di massima con fusaggine, lavorando solo con la linea. Si delimiteranno, sempre con la linea, le campiture occupate delle ombre, senza tuttavia inserire le ombre stesse.
Fase 2: solo in questa fase si riempiranno le campiture delle ombre con un colore ocra, piuttosto scuro. Le campiture dovranno risultare piatte e uniformi.
Fase 3: in questa fase si lavorerà sulle campiture chiare, (carnagione del volto e capelli) colorandole di rosa medio e grigio, sempre con stesure piatte e uniformi.
Fase 4: in questa fase si inseriranno le alte luci nelle campiture chiare, e si schiariranno le ombre con dei toni caldi (luce riflessa). Si uniranno, poi, i bordi tra le campiture chiare e scure, sfumando e inserendo nel mezzo di tali bordi una tonalità leggermente grigia.
Fasi 5, 5.1 e 5.2. in queste fasi si modelleranno, un po’ per volta, tutte le parti dell’opera, giungendo al risultato finale: fase 5.2.
È importante procedere per sottili strati di colore, tratteggiando con ritmo incrociato. Questi strati andranno poi fusi delicatamente con i polpastrelli delle dita, o con pennello piatto.
Bisogna evitare che i gli strati di pastello si ispessiscano troppo, altrimenti i colori successivi non aderiranno bene. Tuttavia, i polpastrelli delle dita, a motivo della loro umidità, in un certo qual modo fungono da legante dei diversi strati di gesso.